19 May 2007 04:22

SOMALIA WATCH

 
SW News
  • [SW News] A colloquio con Yusuf Mohamed Ismail, Consigliere politico del Puntland  : Posted on [7 Dec 2001]

 

A colloquio con Yusuf Mohamed Ismail, Consigliere politico del Puntland
''Un 'piano Marshall per la Somalia''
''L'Italia promuova iniziative politiche ed economiche. Non servono bombardamenti per risolvere la nostra crisi''
   
Åusuf Mohamed Ismail, Consigliere politico del Puntland

 

Roma, 6 dic. (Adnkronos) -

Per la soluzione della crisi somala non servono raid aerei fini a se stessi ma un vero ''piano Marshall, un piano politico, socio economico e di sicurezza che coinvolga tutte le forze democratiche della Somalia''. E l'Italia, per i forti legami storici e la conoscenza che ha della Somalia, dovrebbe essere la ''capofila di questa iniziativa''. A spiegarlo all'Adnkronos e' Yusuf Mohamed Ismail, consigliere del 'presidente' del Puntland, Abdullahi Yusuf Ahmed, che comprende le cinque province del nord est della Somalia che si sono dichiarate autonome nel 1998 e che non riconoscono il cosidetto governo nazionale di transizione (Tng) chiedendo la formazione di un governo federale.

''Iniziative militari fini a se stesse non servono assolutamente a nulla anzi sono controproducenti - afferma Yusuf -. Quello che serve e' un piano Marshall dal punto di vista socio economico e della sicurezza che ponga le basi per la ricostruzione dello stato somalo. All'Italia ci uniscono legami storici forti, che non hanno bisogno di un ulteriore commento, e grazie a questi l'Italia potrebbe dare un contributo con un valore aggiunto notevole. E' importante pero' - aggiunge - che proprio per la conoscenza specifica che l'Italia ha della Somalia si faccia a sua volta portavoce e capofila di questa iniziativa del piano Marshall che serva alla ricostruzione dalle fondamenta dello stato somalo''.
Non ci sono pero' dubbi sulla posizione del Puntland, appoggiato dall'Etiopia che si e' gia' schierata con gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo internazionale di matrice islamica. Da anni, ricorda Yusuf, arrivano da Garoe, la 'capitale' della regione autonoma, denunce dell'attivita' dei gruppi fondamentalisti e dell'organizzazione al Itthad che porta avanti un ''progetto dei fondamentalisti di creare consenso politico per assumere la leadership in Somalia''.
Un progetto che non e' recente: ''I gruppi fondamentalisti preparavano un colpo di stato militare gia' negli ultimi anni del regime di Siad Barre, ed il collasso del regime, nel 1991, li colse mentre i preparativi erano a buon punto''. L'anno dopo cercarono di prendere il controllo delle regioni ora riunite nel Puntland: fu uno scontro tremendo, ci furono 1500 morti e 6mila feriti e noi sventammo l'attacco solo con le nostre forze''.
Durante gli anni della guerra civile e fino ad oggi, nella Somalia completamente preda dell'anarchia sono state due le risorse cui si e' potuto rivolgere l'individuo somalo, lo spirito di clan, cui hanno fatto appello i signori della guerra, e l'identita' religiosa, visto che la stragrande maggioranza dei somali sono musulmani sunniti. ''Clan e religione sono stati entrambi strumentalizzati a fini politici, per la presa del potere - spiega Yusuf - e le organizzazioni fondamentaliste hanno costituito una forza trasversale, con lo scopo di pilotare l'anarchia in cui e' precipitato il paese''.
Per questo il consigliere, ribadendo il sostegno alla coalizione anti-terrorismo internazionale, ricorda che e' necessaria al contempo ''una volonta' politica di risolvere la crisi somala con il coinvolgimento di tutte le forze democratiche. Noi pensiamo che la soluzione migliore alla crisi somala sia la creazione di uno stato federale''. Ed ha parole durissime verso il governo di transizione di Hassan: ''Non esiste nessun governo di transizione nazionale, e' una creatura del presidente di Gibuti con la complicita' e la connivenza di al Itthad e tutto il resto della galassia che essendo riusciti a prendere il controllo dei punti nevralgici dell'economia del paese - spiega - hanno pensato di fare il salto di qualita' ed acquisire anche il controllo politico creando come 'copertura' il governo di transizione''.

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